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La Storia dietro il Manifesto Hacker: Libertà, Accesso e Conoscenza

Mentor

Nel vasto mondo dell’informatica, esiste un documento che ha lasciato un’impronta indelebile sulla cultura hacker: il Manifesto Hacker. Questo manifesto, emerso nel 1986, è stato scritto da Loyd Blankenship, noto anche come “The Mentor”, durante una convention hacker in Germania. Non solo ha delineato i principi fondamentali dell’etica hacker, ma ha anche contribuito a plasmare la filosofia e l’ideologia che guidano molte comunità online e il mondo dell’informatica in generale.

Il Manifesto Hacker non è solo un elenco di regole, ma piuttosto un’opera che incarna un’intera mentalità. Esso esalta la curiosità, la condivisione della conoscenza e la libertà di espressione. I suoi principi sostengono che l’accesso all’informazione dovrebbe essere libero e che la tecnologia dovrebbe essere utilizzata per il progresso umano, anziché per fini dannosi.

Il Manifesto Hacker tradotto in italiano:

Un altro è stato preso oggi, è su tutti i giornali. “Adolescente arrestato nello scandalo del crimine informatico”, “Hacker arrestato dopo aver tentato di manomettere una banca”…
Maledetti ragazzi. Sono tutti uguali.
Ma avete mai, nelle vostra psicologia da tre soldi e nel vostro tecnocervello del 1950, guardato oltre gli occhi dell’hacker? Vi siete mai chiesti cosa lo fa spuntare, quali forze lo condizionano, cosa ha potuto formarlo?
Io sono un Hacker, entrate nel mio mondo…
Il mio è un mondo che inizia con la scuola… sono più intelligente della maggior parte degli altri ragazzi, questa merda che ci insegnano mi annoia…
Dannati sottosviluppati. Sono tutti uguali.

Sono alla scuola superiore. Ho ascoltato insegnanti che spiegavano per la quindicesima volta come ridurre una frazione. L’ho capito. “No, Mr. Smith, non mostro il mio lavoro. L’ho nella mia testa…”
Maledetti ragazzi. Probabilmente l’ha copiato. Sono tutti uguali.

Ho fatto una scoperta oggi. Ho trovato un computer. Aspetta un momento, questo è incredibile! Fa esattamente quello che voglio. Se commetto un errore, è perchè io ho sbagliato, non perchè io non gli piaccio… O perchè si senta minacciato da me… O perchè pensi che io sia un coglione… O perchè non gli piace insegnare e vorrebbe essere da un’altra parte…
Dannati ragazzi. Tutto quello che fa è far funzionare i giochi. Sono tutti uguali.

E poi è successo… si è aperta una porta su un mondo… correndo sulle linee del telefono come l’eroina nelle vene di un drogato, un impulso elettronico viene spedito, cerco un rifugio dalle incompetenze quotidiane… trovo una BBS.
“Questo è il luogo a cui appartengo…”
Conosco tutti qui… anche se non li ho mai incontrati, non ho mai parlato con loro, e forse non li sentirò più… Vi conosco tutti…
Dannati Ragazzi. Ancora attaccato alla linea telefonica. Sono tutti uguali.

Puoi scommetterci il culo che siamo tutti uguali… Siamo stati bambini nutriti con un cucchiaio a scuola quando noi desideravamo ardentemente una bistecca… i pezzi di carne che avete lasciato cadere erano pre-masticati e senza sapore. Siamo stati dominati da sadici, o ignorati dagli apatici. I pochi che avevavo qualcosa da insegnarci ci hanno visto come alunni volenterosi, ma questi pochi sono come gocce d’acqua in deserto.

Questo ora è il nostro mondo… il mondo dell’elettrone e del commutatore, la bellezza del baud. Noi facciamo uso di un servizio già esistente che non costerebbe nulla se non fosse controllato da approfittatori ingordi, e voi ci chiamate criminali. Noi esploriamo… e voi ci chiamate criminali. Noi cerchiamo la conoscenza… e voi ci chiamate criminali. Noi esistiamo senza colore della pelle, senza nazionalità, senza pregiudizi religiosi… e voi ci chiamate criminali. Voi costruite bombe atomiche, voi fate la guerra, voi uccidete, spergiurate, e ci mentite e tentate di farci credere che è per il nostro bene, eppure siamo noi i criminali.

Si, sono un criminale. Il mio crimine è la curiosità. Il mio crimine è quello di giudicare la gente in base a quello che pensa e dice, non per come appare. La mia colpa è quella di essere più furbo di voi e, per questo, non potrete perdonarmi.

Io sono un hacker, e questo è il mio manifesto. Voi potete fermare questo individuo, ma non potrete MAI fermarci tutti… dopotutto, SIAMO TUTTI UGUALI.

I Principi del Manifesto Hacker:

  • L’accesso all’informazione deve essere libero e aperto a tutti. Gli hacker credono che la conoscenza debba essere condivisa liberamente e che la restrizione dell’accesso all’informazione limiti il progresso.
  • Il giudizio deve essere basato sulla competenza, non sulla posizione sociale, sulle credenziali o sull’età. In un mondo in cui le gerarchie sociali possono limitare le opportunità, gli hacker valorizzano la capacità e l’ingegno sopra ogni altra cosa.
  • Promuovere la decentralizzazione. Gli hacker credono nel potere della distribuzione del controllo e della conoscenza. La decentralizzazione favorisce l’innovazione e protegge dalla censura e dal controllo centralizzato.
  • Gli hacker dovrebbero essere giudicati per i loro contributi alla società, non per le loro attività illegali o anti-sociali. Il Manifesto Hacker distingue chiaramente tra azioni che danneggiano gli altri e attività che promuovono il progresso e la libertà.
  • Creare può essere tanto gratificante quanto distruttivo. Gli hacker riconoscono il potenziale dualistico della loro arte e si impegnano a utilizzare le loro abilità per costruire, innovare e migliorare il mondo.

Conclusione:

Il Manifesto Hacker rimane un documento rilevante oggi tanto quanto lo era quando è stato scritto più di tre decenni fa. Le sue idee continuano a ispirare nuove generazioni di programmatori, sviluppatori e appassionati di tecnologia, rimarcando l’importanza della libertà, dell’accesso e della conoscenza nel mondo digitale moderno.

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